Lazio'900

Grossich, Antonio

Medico, Politico | Draguccio d'Istria 07/06/1849 - Fiume 01/10/1926

Metadati

Date di esistenza
Luogo di nascita:
Draguccio d'Istria
Data di nascita:
07/06/1849
Luogo di morte:
Fiume
Data di morte:
01/10/1926
Attività/mestiere/professione
Qualifica:
Medico
Data:
30/10/1875 - 1/10/1926
Qualifica:
Politico
Data:
30/10/1918 - 1/10/1926
Nazionalità
italiana
Titolo nobiliare
Cavaliere dell'Ordine della Corona di Quercia,Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia,Cavaliere dell'Ordine del Santo Sepolcro
Biografia / Storia
Antonio Grossich nacque a Draguccio d'Istria il 7 giugno 1849 da Giovanni Matteo Grossich e Angela Francovich originaria di Cormons. Il giovane Antonio, di famiglia agiata, iniziò gli studi prima a Capodistria, poi a Pisino dove frequentò il liceo classico locale. L’improvvisa morte del padre causò la rovina dell’azienda famigliare costringendo il giovane Antonio a completare il ciclo scolastico con non poche difficoltà economiche. Raggiunta la licenza liceale, il giovane Grossich s’iscrisse alla Facoltà di Medicina all’Università di Graz per passare poi a quella di Vienna dove si laureò il 30 ottobre 1875. Incominciò l’esercizio della sua professione, nel 1876, come medico condotto a Castua che poi abbandonò per ritornare nella capitale austriaca. Qui, il giovane medico si specializzò in Farmacologia e in Medicina Legale (maggio 1879) e lavorò come allievo-operatore nella seconda Clinica ostetrica di Vienna e in quella di Chirurgia (1884). Il giovane Grossich continuava ad interessarsi d’igiene, chimica sanitaria e farmacologia, ottenendo, il 27 giugno 1885, un importante attestato dall’Ufficio di Igiene di Vienna. A Fiume, nel 1886, si rese vacante il posto di medico primario al Civico Ospedale e il giovane prof. Grossich, desideroso di tornare a casa e riunire la famiglia, vi concorse e vinse. Immediatamente, il nuovo primario attuò un attento e scrupoloso lavoro di riorganizzazione interna che rese il Civico Ospedale uno tra i migliori dell’Impero austro- ungarico. Il 25 febbraio 1887, il Magistrato Civico di Fiume rilasciò a Grossich un attestato di benemerenza per le premure e le cure prestate alla popolazione fiumana durante l’epidemia di colera. Il suo lavoro e competenza in campo medico fu riconosciuto internazionalmente, il 21 giugno 1902, quando Adolfo Granduca del Principato del Lussemburgo gli conferì il titolo di Cavaliere all’Ordine della Corona di Quercia.  Nel 1909, al congresso internazionale medico di Budapest, presentò il suo studio sulle virtù sterilizzatrici dello iodio nelle operazioni chirurgiche soggette fino ad allora a frequenti infezioni. Egli stesso ricorda, nella prefazione al suo studio Meine Präparationsmethode des Operationsfeldes mittels Jodtinktur (Berlino 1911), come avesse iniziato i suoi esperimenti dapprima applicando pennellature di iodio in soluzione alcolica su lesioni accidentali e poi, a partire dal 1907, estendendo l’antisepsi cutanea alle piccole operazioni fino a renderla obbligatoria come prevenzione in tutti gli interventi chirurgici eseguiti nel suo reparto. Sebbene il metodo fosse confortato dagli esiti positivi ottenuti durante la sperimentazione su centinaia di casi, la sua diffusione incontrò inizialmente non poche ostilità in Austria-Ungheria. L’applicazione su larga scala del “metodo Grossich” arrivò nel corso della guerra di Libia sui i soldati italiani feriti, confermando così l’efficacia della nuova cura. Gli fu così conferita la Commenda della Corona d'Italia il 19 dicembre 1913. Nonostante l’intensa attività professionale, Grossich riusciva a dedicarsi anche a problemi sociali, culturali e politici della sua città e dell’Istria. In campo sociale, con la sua “Pia Fondazione Don Angelo Canonico Grossich” sostenne i poveri e le famiglie fiumane e istriane disagiate e fu tra i principali sostenitori e finanziatori della Società contro l’accattonaggio e di assistenza ai poveri di Fiume.
In campo culturale si distinse sia perché tra i fondatori, nel 1893, del Circolo Letterario, sia per essere diventato socio del Club Alpino fiumano ma fu soprattutto animatore della Società filarmonica drammatica di cui fu presidente dal 1912 al 1918. In ambito politico, Grossich fu eletto nel 1914 secondo vicepresidente del Consiglio comunale, ma dopo l’entrata in guerra dell’Italia fu confinato dalle autorità ungheresi a Vienna in uno ospedale militare. Poi, in seguito alla dissoluzione dell’Impero asburgico, a Fiume si costituì il 30 ottobre il Consiglio nazionale italiano, a cui il Grossich fu chiamato alla presidenza. Egli rivendicò per la sua città il diritto di autodecisione delle genti e ne proclamò l'annessione all'Italia. Contemporaneamente anche il Regno S.H.S. chiese formalmente l’annessione di Fiume, ed inviò reparti militari ad occupare gli edifici pubblici cittadini. Si determinò così una situazione di doppio governo che fu risolta solamente con l'arrivo di contingenti militari interalleati. Grossich con l'inizio delle trattative di Parigi, lavorò per ottenere che la Conferenza di pace si pronunciasse a favore dell’assegnazione di Fiume all’Italia, nonostante l’ostilità dichiarata del presidente statunitense Woodrow Wilson e dei governi di Londra e Parigi. Si cominciò a pensare a un atto di forza che si concretizzò il 12 settembre 1919 quando d’Annunzio, alla testa di un migliaio di volontari, entrò a Fiume ponendo fine all'occupazione interalleata. Grossich salutò il comandante-poeta come un liberatore e a nome del Consiglio gli conferì i pieni poteri militari e civili. Aveva così inizio uno stretto, ma anche difficile, rapporto tra i due, contrassegnato da contrasti presto sorti con il Comandante, sempre più insofferente dei limiti posti alla sua azione. In particolare, vi furono tensioni tra d’Annunzio e Grossich, che aveva accettato di incontrare il governo nonostante l’arresto di alcuni delegati fiumani seguito al sanguinoso intervento delle forze di polizia durante una manifestazione indetta per ricordare l’entrata in guerra dell’Italia. La rottura definitiva tra il Consiglio nazionale italiano e d’Annunzio arrivò però di lì a qualche mese quando questi, alla fine dell'estate 1920, senza previa consultazione, proclamò la Reggenza italiana del Carnaro ed emanò la Carta del Carnaro. L’8 settembre 1920 Grossich e l’intero Consiglio nazionale italiano rassegnarono le dimissioni. Dopo gli accordi di Rapallo, che prevedevano la costituzione di uno Stato libero fiumano, e la fine della Reggenza, dissolta a colpi di cannone nel “Natale di sangue”, Grossich fu nuovamente chiamato a presiedere un governo provvisorio che guidò fino alle elezioni politiche del 24 aprile 1921. Dallo scontro tra il Blocco nazionale filoitaliano e il partito degli "autonomisti" di Riccardo Zanella, disposti ad accettare le decisioni di Rapallo in nome della "autonomia" storica della città, uscì vincitrice la coalizione "autonomista". I gravi disordini che seguirono portarono alle dimissioni di Grossich e alla presidenza Zanella (5 ottobre 1921), che non riuscì a far tornare alla normalità la vita cittadina e fu presto sopraffatta il 3 marzo 1922 da un colpo di stato fascista guidato militarmente da Ernesto Cabruna e politicamente da Francesco Giunta.
Gli accordi italo-jugoslavi di Roma del 27 gennaio 1924 chiudevano la questione fiumana assegnando Fiume, privata di porto Baross, all’Italia. Antonio Grossich che era stato nominato senatore del Regno il 19 aprile 1923, fu tra coloro che accolsero il 16 marzo 1924 Vittorio Emanuele III giunto nella città liburnica per proclamarne l’avvenuta unione all’Italia. Antonio Grossich morirà a seguito di un malore nella sua casa a Fiume circondato da amici e parenti il 1° ottobre 1926.
Luoghi di attività
Luogo:
Fiume, Vienna
Wikipedia
Antonio Grossich [https://en.wikipedia.org/wiki/Antonio_Grossich]

Relazioni