Tremaglia, Mirko
avvocato, politico | Bergamo 17/11/1926 - Bergamo 30/12/2011
Metadati
- Tipologia
- Persona
- Date di esistenza
- Luogo di nascita:
- Bergamo
- Data di nascita:
- 17/11/1926
- Luogo di morte:
- Bergamo
- Data di morte:
- 30/12/2011
- Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- avvocato
- Qualifica:
- politico
- Biografia / Storia
- Compì gli studi nella città natale, frequentando il liceo classico Paolo Sarpi.
Dopo l'8 settembre 1943 aderì, diciassettenne, alla Repubblica sociale italiana: «Quali erano i miei pensieri? Vincere. A 17 anni pensi di vincere. Avevamo fiducia nelle armi segrete di Hitler; e non era un pensiero campato in aria, c'erano le V2, le ricerche sul nucleare... Rinnegare qualcosa? E perché? È la mia vita. Non si può rinnegare la propria vita. Me l'ha riconosciuto anche Violante: i valori per cui ci siamo battuti appartengono alla storia del paese» (dall'intervista a lastampa.it dell'8 settembre 2003). Poco tempo dopo perse sia il padre, che nel 1940 era stato inviato in Eritrea e che venne sepolto nel cimitero di Asmara, sia la madre. Frequentò la Scuola allievi ufficiali di Modena, dopo la quale fu inviato con altri al Comando della Guardia nazionale repubblicana a Brescia, poi a Torino. Fu fatto prigioniero dagli americani e internato nel campo di Coltano: «Fu durissimo. Una volta ci trasferirono da Aversa a Pisa. Ci lasciarono tre giorni in un vagone di un treno, senza cibo, con l'acqua nei bidoni della benzina, imbevibile, con condizioni igieniche spaventose. Ricordi tremendi» (dall'intervista rilasciata a «Il Giornale» del 23 settembre 2008). Dopo la guerra si iscrisse all'Università Cattolica di Milano, ma ne venne scacciato quando si seppe dei suoi trascorsi di guerra. In seguito si laureò in giurisprudenza, e quella di avvocato divenne la sua professione.
Iscritto al MSI fin dal 1946, Tremaglia ne diventò dirigente nel 1948.
Dopo aver fatto parte del Comitato centrale, nel 1954 entrò nella Direzione e nel 1972 divenne responsabile del Dipartimento di politica estera del Partito.
Eletto alla Camera per la prima volta nel 1972, tra i vari incarichi Tremaglia ricoprì negli anni quello di Presidente della Commissione Esteri e di Presidente del Comitato permanente per gli italiani nel mondo.
Nel 1968 fondò i Comitati tricolore per gli italiani nel mondo (CTIM), con lo scopo di mantenere il legame dei connazionali con la madrepatria e valorizzarne le conquiste nei diversi paesi raggiunti: Tremaglia ne fu nominato segretario generale. Costituitosi il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) nel 1991, entrò nel Comitato di Presidenza.
Nel 1988 il Parlamento approvò la cosiddetta "legge Tremaglia" sull'anagrafe e il censimento degli italiani all'estero (l. 27 ottobre 1988, n. 470 ), prodromo essenziale per il riconoscimento ad essi del voto alle elezioni politiche e alle votazioni ai referendum. Nello stesso anno si svolse la II Conferenza nazionale dell'emigrazione: rilevante fu la sua azione anche nelle pre-Conferenze tanto che riuscì a far approvare un Documento unitario sull'insieme dei problemi dell'emigrazione attraverso l'Atto finale di Roma del 3 dicembre 1988.
Nonostante l'impegno profuso e l'approvazione alla Camera dei deputati della legge sul voto per corrispondenza degli italiani residenti all'estero e sulle Circoscrizioni estere il 30 giugno 1993, questa legge fu respinta all'ultima votazione il 10 novembre, a causa di assenze di parlamentari di vari schieramenti e la contrarietà di alcuni deputati della sinistra Pds e della Lega Nord.
Dopo la confluenza del Msi-Dn in Alleanza nazionale (1995), anche Tremaglia seguì il nuovo corso.
Dopo le elezioni politiche del 2001 e la vittoria del Centrodestra, a Tremaglia fu riconosciuta la guida del Ministero per gli italiani nel mondo, a coronamento della sua pluridecennale attività a pro dei connazionali residenti all'estero. Il primo pensiero del Ministro Tremaglia, all'atto del giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, fu per il figlio Marzio, già assessore alla Cultura della Regione Lombardia, scomparso prematuramente il 22 aprile 2000.
Tremaglia dedicò la sua vita politica a quella che definiva "battaglia di civiltà" per l'esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero. Egli è l'unico deputato riuscito nell'intento di cambiare due volte la Costituzione con la modifica degli articoli 48 (istituzione della circoscrizione Estero) e 56 e 57 (numero dei deputati e senatori eletti dai cittadini italiani all'estero). La legge sul riconoscimento del diritto di voto ai residenti esteri fu approvata definitivamente il 27 dicembre 2001, con il n. 459, tra i primi provvedimenti della XIV legislatura repubblicana. I tentativi di raggiungere questo risultato iniziarono da parte di parlamentari del Msi dal 1955, con il disegno di legge del Senato n. 1193 del 22 ottobre 1955 di Lando Ferretti e altri, per proseguire poi con proposte di Arturo Michelini alla Camera, i disegni di Gastone Nencioni e poi di Cesare Pozzo al Senato, le proposte di Giorgio Almirante ancora alla Camera e le numerose di Tremaglia, ininterrottamente dalla VII alla XIII legislature, quando il diritto di voto agli italiani all'estero diventa legge. Si può affermare che in ogni legislatura repubblicana, a partire dalla II, il Msi non mancò di presentare proposte parlamentari in tal senso. L'approvazione della legge ebbe notevole eco sulla stampa.
Tremaglia era orgoglioso del riconoscimento avuto da Luciano Violante a proposito della sua scelta del 1943 con l'adesione alla Repubblica sociale italiana, che egli non nascose mai e anzi rivendicava ogniqualvolta gli si presentava l'occasione: le parole del presidente Violante, pronunciate durante la seduta della Camera del 14 marzo 2001 dopo aver ricevuto in dono da Tremaglia un libro in ricordo del figlio Marzio, auspicavano che «quelli che verranno dopo di noi si riconnetteranno a noi nella misura in cui sapremo trasmettere loro le idee e i valori per i quali abbiamo combattuto, diversi tra noi, ma che tutti si identificano nella storia del nostro Paese, come si identifica la sua vita. Io la ringrazio per quello che ha fatto, per quello che fa e per quello che farà per il nostro Parlamento e per il nostro Paese, on. Tremaglia».
Con la formazione del Popolo della libertà nel 2009, Tremaglia aderì al nuovo soggetto politico, ma seguì Gianfranco Fini quando questi ne uscì per dar vita a Futuro e libertà per l'Italia.
- Archivi
- L'archivio è conservato presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice a Roma.