All'indomani dei funerali di Pietro Fedele svoltisi a Minturno nel gennaio del 1943, gli amici, gli allievi e gli studiosi a lui legati, decisero di dedicare alla sua memoria una miscellanea di studi e una borsa di studio. A tal proposito si riunì presso la Deputazione romana di storia patria, intorno a Vincenzo Federici, un gruppo di studiosi che elessero lo stesso Federici presidente della deputazione e del comitato per le onoranze a Pietro Fedele, e Pier Fausto Palumbo ne divenne segretario. Del comitato esecutivo facevano parte Vincenzo Federici, Fausto Palumbo, Raffaello Morghen, Emilio Re, Ottorino Bertolini, Roberto Valentini, Gaetano De Sanctis, Eugenio Dupré Theseider, Giuseppe Martini, Carlo Cecchelli, Celestino Amati, Franco Bartoloni, Giulio Battelli, Paolo Brezzi, Alfonso Gallo, Giuseppe Martini, Giovanni Muzzioli, Vincenzo Pacifici, Mario Pelaez, Edoardo Scardamaglia, Francesco Ugolini, Giuseppe Zucchetti e Alberto Torri, in qualità di tesoriere del comitato.
Si decise di istituire una fondazione intitolata a Pietro Fedele, con sede presso l'Università degli studi di Roma, con lo scopo di assegnare una borsa di studio che consentisse ai laureati in discipline storiche di dedicarsi, alla ricerca storica sul medio evo, presso l'Istituto storico italiano per il medio evo e la Scuola storica già esistente. Alla borsa potevano accedere i laureati dell'Università degli studi di Roma e dell'Università degli studi di Torino, atenei nei quali aveva insegnato Pietro Fedele.
Le borse di studio furono assegnate fino al 1969 e ne usufruirono Ovidio Capitani, Carlo Cipolla, Alberto Del Monte, Angelo Fabi, Chiara Frugoni e Zelina Zafarana.