Metadati
- Tipologia
- Fondo
- Data
- Data:
- 1920-2003
- Collocazione
- Associazione Archivia, Sala Archivi
- Consistenza
- Tipologia:
- busta/e
- Quantità:
- 37
- Consistenza (testo libero):
- fascicoli 31; sottofascicoli 60
- Storia istituzionale/Biografia
Laura Lombardo Radice è stata un’antifascista, "professoressa", come le piaceva definirsi, e donna attivamente impegnata in politica e nel sociale, nata a Fiume il 21 settembre 1913 e morta a Roma il 23 marzo 2003; dal 1944 coniugata con il comunista Pietro Ingrao.
Laura era la seconda di tre figli dei pedagogisti Giuseppe Lombardo Radice (Catania, 24 giugno 1879 – Cortina d’Ampezzo, 16 agosto 1938), figlio di Luciano Lombardo e Nunziata Radice, e di Gemma Harasim (Fiume, 15 luglio 1876 – Roma, 31 luglio 1961), figlia di Venceslao Harasim di origine boema e di Antonia Lucich. La sorella maggiore di Laura, Giuseppina (settembre 1911 – agosto 1970), sarebbe diventata insegnante al Liceo Mamiani di Roma e autorevole grecista; il fratello minore, Lucio (Catania, 10 luglio 1916 - Bruxelles, 20 novembre 1982), brillante docente universitario di matematica alla Sapienza di Roma, sulle orme del padre e della madre coltivò anche la passione per la pedagogia; fu attivo antifascista e comunista, operò nella Resistenza romana, durante la quale incontrò la futura moglie Adele Maria Jemolo, figlia del giurista Arturo Carlo, anche lei impegnata antifascista. Lucio divenne in seguito un importante punto di riferimento fra gli intellettuali del Partito comunista italiano - PCI. Durante il periodo di attività antifascista clandestina Laura conobbe Pietro Ingrao (Lenola, 30 marzo 1915 - Roma, 27 settembre 2015), figlio di Francesco Renato e di Celestina Notarianni, futuro dirigente e parlamentare del PCI, nonché presidente della Camera dei Deputati (1976-1979).
Insieme alla sorella e al fratello, Laura aveva seguito gli studi primari in casa guidati dalla madre maestra e pedagogista. Frequentò il ginnasio e il liceo al Mamiani di Roma, acquisendo il diploma di maturità classica nel 1931; si iscrisse quindi all’università di Roma, conseguendo nel 1935 la laurea in Lettere con il massimo dei voti. In quegli anni conobbe giovani intellettuali e antifascisti frequentatori della casa paterna: Giaime e Luigi Pintor, Aldo, Glauco e Ugo Natoli, Mirella De Carolis (che avrebbe sposato Aldo Natoli).
Vinto il concorso a cattedra per l’insegnamento di Italiano e Storia, Laura fu assegnata al Regio Istituto Magistrale di Chieti (durante il fascismo le donne non erano ammesse all’insegnamento nei Licei), dove rimase titolare sino all’estate del 1938, quando l’improvvisa morte del padre la fece tornare a Roma. I giovani amici del fratello Lucio, che frequentavano la casa, erano entrati in contatto con il Partito comunista clandestino: furono anni cruciali scanditi dalle leggi razziali (1938) e da un crescendo di persecuzioni contro i nemici del regime culminati nella famiglia di Laura con l’arresto nel 1939 di Lucio, insieme ad Aldo Natoli e Pietro Amendola. Colpita da questo funesto evento, Laura si inserì con convinzione e coraggio nelle file della Resistenza, collaborando con il gruppo comunista romano, promuovendo e gestendo, dopo il 25 luglio 1943, il “Comitato di assistenza alle vittime del fascismo”, e aderendo ai Gruppi di difesa della donna e un anno dopo all’UDI-Unione donne italiane. Organizzò l’attività antifascista nella scuola, le manifestazioni dopo l’assassinio da parte dei nazisti di Teresa Gullace, Fece parte del comitato di Adele Bei per il coordinamento delle numerose azioni di protesta con le donne romane, come gli assalti ai forni in molti quartieri della città. In piena clandestinità avvenne l’incontro e iniziò la collaborazione nell’impegno politico con Pietro Ingrao, che Laura sposò in Campidoglio il 24 giugno 1944. Con lui Laura avrebbe condiviso vita e idee politiche, mantenendo la sua autonomia negli anni di appassionato impegno lavorativo come insegnante all’Istituto magistrale Caetani di Roma, poi all’Oriani. Nacquero le loro quattro figlie e il figlio (Celeste, 1945; Bruna, 1947; Chiara, 1949; Renata, 1952; Guido, 1958), cui Laura dedicò tempo e passione, offrendo loro una educazione e formazione all’insegna della serenità. Il suo ruolo di madre non l’allontanò dall’impegno politico e sociale. Consapevole della condizione della donna, Laura si era impegnata nello scontro politico, sin dalla caduta del fascismo, per il voto alle donne, che per la prima volta andarono alle urne il 2 giugno 1946, e partecipò all’attività dell’UDI, contribuendo con assiduità alla redazione della rivista «Noi Donne» e alle edizioni Noi Donne con numerosi articoli e scritti vari.
Attenta ai mutamenti sociali, seguì anche attraverso le sue figlie universitarie, lo scoppio e l’evolversi della contestazione giovanile e del movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta. Nel 1968, come docente nelle scuole superiori, partecipò alle mobilitazioni del movimento degli studenti medi. Nel PCI scelse la militanza a livello di base, e rimase a esso legata per tutta la vita, anche dopo la trasformazione del PCI in PDS e l’uscita di Pietro Ingrao. Fu consigliera del PCI nella III Circoscrizione di Roma (1981-85). e in tale ruolo incontrò l’esperienza del volontariato in carcere, e dal 1985 avviò con regolarità il lavoro di insegnante volontaria nel carcere di Rebibbia, occupandosi anche dell’assistenza ai detenuti comuni e alla loro formazione attraverso letture, spettacoli teatrali e tanto “ascolto”. Un impegno che Laura avrebbe portato avanti partecipando, tra l’altro, alla costituzione dell’associazione “Ora d’aria”. Fu vicina ai suoi allievi di Rebibbia, anche quando la salute non le permise più la presenza, attraverso una fitta corrispondenza con detenuti ed ex detenuti sino alla sua scomparsa avvenuta a Roma nel 2003. [GN]
- Storia archivistica
Corredato di elenco di consistenza, è stato successivamente "dichiarato di interesse culturale particolarmente importante" per la storia del XX secolo e per essere prodotto da una personalità della scuola, della cultura e dell'arte dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio in data 7 febbraio 2017, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42). Il Servizio II Patrimonio archivistico del Ministero per i beni e le attività culturali ha permesso con una Convenzione del 2016 di procedere a un primo ordinamento dell'archivio di Laura Lombardo Radice, nel 2018 alla realizzazione dell’inventario, a cura di Gabriella Nisticò per Archivia, poi informatizzato in Lazio '900.
- Modalità di acquisizione
- Atto di donazione. Il complesso archivistico di Laura Lombardo Radice (coniugata Ingrao) è stato donato all'Associazione Archivia nel luglio 2016 dalla famiglia Ingrao nelle persone delle figlie Celeste, Bruna, Chiara, Renata e del figlio Guido, legittime/i eredi, rappresentate/i nella donazione da Chiara Ingrao. La decisione della sede di conservazione è stata presa dalla famiglia, affinché le carte di Laura rientrassero nella documentazione storica delle donne e che fossero valorizzate da una istituzione che ha questa specifica finalità.
- Contenuto
Il fondo si sviluppa per circa 8 metri lineari e comprende varie tipologie di documentazione. Carteggi manoscritti e dattiloscritti di e con familiari, amici, militanti antifascisti, dirigenti comunisti, intellettuali e altri. Sono in prevalenza lettere ricevute, in quantità esigua le minute di Laura, in numero considerevole gli originali di Laura ai componenti della famiglia. Quindi album di disegni e quaderni dell'infanzia come anche di elaborazione di spettacoli teatrali, materiali preparatori di articoli, quaderni di appunti, materiali scolastici, volantini, ritagli di stampa, riviste, et al. Il fondo è articolato in 9 serie archivistiche. La serie 9 è dedicata ai materiali aggregati. Le integrazioni sono soprattutto con materiali della sua famiglia di origine, Lombardo Radice e Harasim. Come documentazione aggregata sono state aggiunte, prima della donazione, le fotocopie con relative trascrizioni dello scambio epistolare tra i genitori dal 1908 al 1917, conservato in originale nell'archivio di Giuseppe Lombardo Radice presso la ex Biblioteca di documentazione pedagogica di Firenze, l'odierna Indire. Forse integrazioni naturali, non volute, fatte perché documenti presenti nella casa materna al momento della scomparsa di Gemma Harasim nel 1961. Ma nel complesso è presente una minima parte delle lettere dei genitori Giuseppe Lombardo Radice e Gemma Harasim per lo più alle figlie e al figlio e da parte della madre Gemma anche alle nipoti Ingrao.
Il fondo, di tipologia mista di archivio di persona e archivio familiare, contiene materiale relativo a più di 80 anni di storia del '900 seguendo, attraverso le carte seppure con forti lacune, l'evolversi di donne e uomini di una famiglia antifascista, multiculturale e fortemente impegnata durante tutte le fasi del secolo. Ma soprattutto è Laura che emerge dalle carte, le strette relazioni familiari e di amicizia come si evidenzia nella sua biografia e dalla corrispondenza. Molti i suoi articoli a stampa o minute manoscritte e dattiloscritte. La serie più corposa è, naturalmente, quella relativa alla sua ultima attività come volontaria a Rebibbia, con programmi per la formazione dei detenuti e con una fitta corrispondenza (in parte riservata e non consultabile), mantenuta anche con chi era di nuovo libero. Vi sono aggiunte successive della figlia Chiara nel momento della scrittura e curatela di Soltanto una vita (2005) scritto dal 2003 con una selezione di testi della madre, dopo la sua scomparsa.
- Strumenti di ricerca
- Laura e le sue carte. Il fondo Laura Lombardo Radice (1920 - 2003) Inventario, a cura di Gabriella Nisticò, Roma, Archivia, 2018
- Criteri di ordinamento
Il fondo è stato ordinato e inventariato da Gabriella Nisticò (Archivia) e concluso nel 2018. Quel che è pervenuto ad Archivia faceva intravedere un certo ordine originario, anche se ormai "sparso", ma con una impostazione cronologica per periodi che si è scelto di mantenere. Malgrado ci siano carte delle varie famiglie, il soggetto produttore prevalente, nonché colei che ha continuato la produzione dell'archivio, è senza alcun dubbio Laura.
L'archivio copre un arco temporale che va dai primi anni 1920 sino al 2003, con documentazione precedente e in qualche caso successiva.Vengono considerati nell'ultima serie i blocchi di documentazione aggregata.
Le serie individuate nel fondo di Laura sono otto, nove con i Materiali aggregati postumi, suddivise in unità archivistiche (fascicoli) con numerazione progressiva univoca, spesso articolate in sottounità (sottofascicoli).
- Struttura
- Il fondo (1920-2003, con materiali precedenti e successivi) è articolato in 9 serie, 31 fascicoli e 60 sottofascicoli.
1. Corrispondenza
2. Infanzia in famiglia
3. Formazione
4. Insegnamento
5. Attività politica
6. Articoli e scritti vari
7. Volontaria a Rebibbia
8. Miscellanea
9. Materiali aggregati postumi
- Criteri di descrizione
- Fondo - unità archivistica (fasc.) - sottounità (sfasc.)
- Descrittori
- Donne - Antifascismo romano,Antifascismo - Roma,UDI Unione donne italiane -associazione,Noi Donne - rivista
- Stato di conservazione
- Data della rilevazione:
- 2018
- Stato di conservazione:
- discreto
- Note:
- 1 1ettera del 3 marzo 1945 di Aldo Natoli a Pietro Ingrao con il taglio di 1 rigo della censura per la stampa (Pietro Ingrao era capocronista de l'Unità)
- Consultabilità
- Il fondo è liberamente consultabile a studiose/i e studenti, nel rispetto della legislazione per la tutela del diritto alla riservatezza e all'identità personale. Sono esclusi dalla consultazione due fascicoli della serie 7 Volontaria a Rebibbia.
- Unità di conservazione
- Unità di conservazione:
- Busta
- Numero / i:
- 1-37
- Epoca:
- successiva
- Originali
- Il carteggio originale tra Giuseppe Lombardo Radice e Gemma Harasim, aggregato in copia nella serie 9 dell'Inventario, è conservato nella ex Biblioteca di documentazione pedagogica (Firenze), l'odierno Indire - Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa.
- Fonti collegate
Carte e foto di Laura nei fondi del padre Giuseppe Lombardo Radice (Indire, Firenze), del fratello Lucio Lombardo Radice (Fondazione Istituto Gramsci, Roma), e soprattutto del marito Pietro Ingrao presso il CRS - Centro per la riforma dello Stato (Roma).
- Bibliografia
Bibliografia essenziale
Gabriella Nisticò (a cura di), Laura e le sue carte. Il fondo Laura Lombardo Radice (1920-2003), Roma, Archivia, 2018, in Pubblicazioni, www.archiviaabcd.it
Laura Lombardo Radice, Chiara Ingrao, Soltanto una vita, Milano, Baldini & Castoldi, 2005; 2a ed. ampliata 2016Franco Cambi, Lombardo Radice, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani (DBI), Roma, IEI, 2005
Albertina Vittoria, Piervittorio Ceccherini, Lombardo Radice, Lucio, in DBI, Roma, IEI, 2005.
Nella Sistoli Paoli, Gemma Harasim: l'impegno educativo. Antologia di scritti su cultura, scuola, famiglia, Roma, Aracne, 2009
Albertina Vittoria, Ingrao Pietro, in DBI, Roma, IEI, 2017.
Nella Sistoli Paoli, Gemma Harasim, in Enciclopedia delle donne, online, [ante 2019]
Pamela Giorgi, Irene Zoppi (a cura di), Giuseppe Lombardo Radice: tra immagine pubblica e privata, Firenze, Indire, online
Gabriella Nisticò, Laura Lombardo Radice, in Enciclopedia delle donne, www.enciclopediadelledonne.it
- Note
- La biografia di Laura Lombardo Radice è una sintesi del profilo biografico e familiare redatto da Gabriella Nisticò, in Laura e le sue carte. Il fondo Laura Lombardo Radice. Inventario, Roma, Archivia, 2018 (www.archiviaabcd.it/pubblicazioni); v. anche Laura Lombardo Radice in www.enciclopediadelledonne.it