Metadati
- Tipologia
- Fondo
- Data
- Data:
- 1971-2008
- Consistenza
- Tipologia:
- faldone/i
- Quantità:
- 12
- Consistenza (testo libero):
- 75 fascicoli
- Storia istituzionale/Biografia
Roberta Tatafiore nacque il 22 gennaio 1943 a Foggia e, dopo la guerra, si trasferì prima a Napoli, poi a Catanzaro e, infine a Roma, dove iniziò i suoi studi e la sua attività giornalistica. Negli anni Settanta, partecipando alle riunioni del gruppo di via Germanico “Donne e cultura”, venne a contatto con il femminismo italiano. Frequenti furono i suoi viaggi in Germania, prima per collaborare con un’emittente radiofonica locale, poi per realizzare i suoi articoli, grazie all’amicizia con l’attivista Pieke Biermann, relativi ai temi della prostituzione e del mercato del sesso. Nel 1978 incominciò la sua attività di inviata a Berlino del settimanale “Noi donne”, collaborazione che divenne fissa a partire dal 1985 e in parte raccontata ne “La politica nelle riviste delle donne” della Biblioteca delle donne di Parma Mauretta Pelegatti. Gli articoli affrontavano numerose tematiche tra cui la politica internazionale, il rapporto tra il movimento femminista e la Sinistra, il ruolo delle donne parlamentari, la pubblicità e l’immagine distorta della femminilità. Il 21 maggio 1979 fondò, insieme a dodici compagne, il Centro Culturale - Università delle donne “Virginia Woolf” con lo scopo di promuovere, ripensare criticamente e far circolare cultura tra le donne. I primi corsi promossi avevano al centro l’idea dell’identità e dell’esperienza storica femminile, ricalcando il rapporto insegnante – allievo dell’istituzione scolastica. Abbandonò Il progetto “Virginia Woolf” alla fine degli anni Novanta. Nel 1985 con Pia Covre e Carla Corso, leader delle prostitute organizzate, “Lucciola”, il periodico del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, dapprima come foglio collegato all’Arci, poi in seguito come rivista indipendente. Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute venne fondato nel 1982 per l’impegno di prostitute e altre persone, uomini e donne, professionisti, operatori sociali, magistrati, con lo scopo di rivendicare i diritti di qualunque cittadino (salute, pagamento delle tasse, integrità fisica, ecc.). La stessa Tatafiore contribuì con numerosi articoli e la partecipazione personale alle iniziative perché ciò si realizzasse. Il prodotto concreto di questo impegno fu il libro Sesso al lavoro: da prostitute a sex-worker. Miti e realtà dell’eros commerciale (1994). Di rilievo nel 1997 fu l'assegnazione della stesura del contributo enciclopedico Sesso per l'Appendice Duemila della Enciclopedia Italiana Treccani, il cui estratto è conservato tra le sue carte. Il suo interesse per la libertà personale e sessuale, per il ruolo della donna nella società e sul piano legislativo comportò, di conseguenza, la partecipazione al dibattito sull’evoluzione della legge sulla violenza sessuale del 1995 con il libro De bello fallico, in cui ripercorre il concetto di stupro dal codice Rocco al procedimento legislativo da lei criticato e giudicato inadatto. Molti furono i suoi articoli su “il manifesto”, “L’Indipendente” e il “Secolo d’Italia” (collaborazione con Isabella Rauti per la rubrica Thelma & Louise). Nell’ultimo periodo della sua vita seguì con particolare interesse il caso di Eluana Englaro, che portava con sé le problematiche dell'eutanasia e del testamento biologico e le ripercussioni in ambito legislativo. Morì a causa di un cocktail di farmaci l’8 aprile 2009, in un albergo romano nel quartiere Esquilino. Il suo tragico suicidio programmato sconvolse i suoi amici e i suoi colleghi, i quali ricevettero delle buste intestate con all’interno il manoscritto Comporre una morte, successivamente pubblicato con il titolo La parola fine: diario di un suicidio.
- Storia archivistica
Dopo la morte la sorella Bruna ha donato, per conservarne la memoria, le sue carte, i suoi libri e i suoi materiali di lavoro ad Archivia rappresentata, nella funzione di donataria, dalla ex presidente dell'associazione Ines Valanzuolo. Sono state consegnate: 7 scatole contenenti 12 buste di rassegna stampa tematica su prostituzione, aborto, bioetica, femminismo degli anni Settanta, "sessuopolitica"; articoli, bozze e quaderni contenenti interviste e appunti di lavoro, fascicoli di riviste femministe dal 1970 in poi e circa 400 pubblicazioni su prostituzione, sessualità, bioetica, storia del femminismo internazionale dal 1970 in poi. L'inventario è stato redatto da Valeria Tavernelli con la supervisione di Gabriella Nisticò e Giovanna Olivieri.
- Struttura
L'archivio è strutturato in 9 serie e ha una consistenza di 75 fascicoli, 4372 carte e 49 riviste nelle serie 2, 3, 4, 5, 7, 8 e ordinato secondo una numerazione progressiva continua. La serie 5 Prostituzione e la serie 3 Femminismo anni Novanta sono fisicamente divise in due faldoni ciascuna, a causa dei numerosi documenti in esse contenuti. La serie 8 Articoli e interventi e la serie 9 Aborto e bioetica sono state realizzate attraverso l’aggregazione di materiali tra loro affini, comportando la riduzione da dodici a nove faldoni.
- Femminismo anni Settanta
- Femminismo anni Ottanta
- Femminismo anni Novanta
- Femminismo Duemila: femminismo chiesastico e Lindy torturatrice
- Prostituzione
- Opere “Sesso al lavoro” e Uomini di piacere”- Materiali preparatori e recensioni
- Sesso e politica
- Articoli e interventi
- Aborto e bioetica